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Donne nella Pubblica Amministrazione: solo una su tre ha un ruolo apicale - Professional Academy

Donne nella Pubblica Amministrazione: solo una su tre ha un ruolo apicale



L’8 marzo, Giornata internazionale della donna, non è un’occasione di festa, ma un momento per riflettere, fare il punto della situazione, analizzare dati e programmare azioni concrete che garantiscano il raggiungimento della parità di genere.

Pochi giorni fa (il 6 marzo 2023) ha preso il via la consultazione pubblica sulla proposta di Piano biennale per la valutazione e la revisione della regolamentazione 2023-2024 (Piano biennale VIR 2023-2024). Il documento raccoglie l’elenco degli atti su cui il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intende concentrare nei prossimi due anni le verifiche sull’impatto delle norme adottate, anche al fine di valutare eventuali revisioni.

Le verifiche di impatto della regolamentazione si concentrano su tre punti, tra cui l’articolo 5 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36 (cosiddetto DL PNRR 2), che ha l’obiettivo di rafforzare l’impegno a favore dell’equilibrio di genere: le amministrazioni devono continuare a individuare misure che attribuiscano vantaggi specifici o che evitino o compensino svantaggi nelle carriere al genere meno rappresentato.

Per quanto riguarda i ruoli nella Pubblica Amministrazione italiana, infatti, le donne rappresentano il 58,8% del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici, ma, nelle posizioni apicali sono solo il 33,8%. Il gender gap persiste e, a conti fatti, la parità di genere sarebbe raggiunta solo nel 2040 (analisi realizzata da Fpa, società del gruppo Digital360). Secondo la stessa analisi, il settore pubblico in cui le donne sono più presenti è quello dell’Istruzione-ricerca, il resto è suddiviso principalmente tra Sanità (454mila), Funzioni locali (275mila) e Funzioni centrali dello Stato (116mila). I dati ci dicono anche che, mediamente, in Europa si registra una presenza quasi paritaria di uomini e donne all’interno della Pubblica Amministrazione (le donne sono il 49,3%, istruzione esclusa), mentre in Italia la presenza femminile è al 35,3%. 

I dati dimostrano che la strada verso una reale parità di genere, anche nel mondo del lavoro, è lunga e complessa: bisogna attuare subito iniziative concrete per ridurre il divario e favorire il cammino professionale delle donne.

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