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Music Learning Theory all'Asilo Nido - Professional Academy

Musica già dall’asilo nido? Una carta vincente per la stimolazione del linguaggio e di molte altre fondamentali competenze



Edwin E. Gordon, è stato il primo a sviluppare la teoria per cui l’apprendimento del linguaggio musicale è equiparato a quello del linguaggio.  La sua Music Learning Theory, è orientata alla musica più che a un aspetto pedagogico più ampio, sul modello montessoriano. Si è sviluppata negli Stati Uniti più di venti anni fa e nei primi anni Duemila è approdata in Italia, dove è particolarmente diffusa rispetto al resto d’Europa perché sono tanti i musicisti italiani che si sono recati negli Usa per studiarlo e portarlo nel nostro Paese.

Sviluppare l’attitudine musicale innata ha degli effetti concreti su tutte le sfere dell’apprendimento perché il bambino, assorbendo fin da subito la sintassi musicale, sviluppa un maggiore livello di attenzione, di capacità di ascolto, di velocità nel parlare, nell’esporre il pensiero e nella lettura.

Nella progettazione didattica, l’educazione musicale assume un valore aggiunto, soprattutto per gli alunni e studenti con difficoltà e disturbi dell’apprendimento, ma anche per tutti gli altri.

Infatti, fare musica a scuola, permette di esplorare la propria emotività, di scoprire la dimensione interiore e quindi di sviluppare e affinare la propria affettività. L’ascolto e la riproduzione di suoni, di melodie e canzoni e un approccio adeguato alla musicalità permette di attivare processi di apprendimento multifunzionali, a vari livelli: dalla risposta senso-motoria, fino al linguaggio simbolico ed astratto, lungo l’intera gamma delle modalità conoscitive.

Attraverso l’esperienza musicale si possono sviluppare competenze corporee, motorie e percettive, come ad esempio la possibilità di conoscere e utilizzare al meglio le proprie capacità sensoriali; competenze affettive e relazionali, come ad esempio la capacità di maturare sicurezza interiore, di ascoltare e interpretare le emozioni dell’altro, di accettare il diverso, di porsi in relazione con il gruppo, di interiorizzare comportamenti civilmente e socialmente responsabili. Si può favorire lo sviluppo di competenze espressive, comunicative e creative, come la capacità di esprimersi e comunicare con i diversi linguaggi non verbali. Attraverso la musica si possono sviluppare anche competenze cognitive, come il potenziamento, in particolare, delle capacità di analisi e di sintesi, di problematizzare, argomentare, valutare e applicare regole. L’espressione musicale, come disciplina scolastica valorizza una fondamentale capacità: quella che consente una maggiore comprensione della realtà che ci circonda e dei vissuti personali.
Musica e DSA

L’importanza della Musica per lo sviluppo cognitivo, emozionale, motorio dell’individuo è indiscussa. Sappiamo che il linguaggio sonoro può sostenere le facoltà intellettive dei nostri alunni. Siamo convinti che il mondo sonoro possa costituire, in particolar modo, un filtro relazionale con persone che presentano difficoltà emotive; in molti casi, infatti, ho utilizzato la musica per creare empatia con alunni con mutismo selettivo o disturbi dello spettro autistico.

Nell’ultimo periodo, alcune ricerche neuroscientifiche hanno ampliato questa riflessione, dimostrando che la persona educata al suono possiede anche una maggiore funzionalità cerebrale, in grado di sopperire alle disfunzioni dei centri del linguaggio. Un’educazione precoce al suono ed alla musica, può perciò sostenere anche i prerequisiti della lettoscrittura. In tal senso, l’educazione musicale diviene lo strumento privilegiato per agevolare anche i nostri studenti con disturbi specifici dell’apprendimento o con difficoltà generalizzate e non certificate.

Per queste ragioni,l’Educazione Musicale non può essere finalizzata allo studio di uno strumento, bensì deve prevedere molteplici esperienze che implichino la multisensorialità, a vantaggio degli alunni con BES e della motivazione di tutti gli studenti.

Considerato l’incremento delle situazioni problematiche nelle classi, anche il lavoro del docente sarà agevolato da percorsi facilmente accessibili alla globalità degli alunni, che partano dalla sperimentazione per arrivare, laddove possibile, alla formalizzazione.

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