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Disgrafia: la scrittura come comportamento linguistico e motorio - Professional Academy

Disgrafia: la scrittura come comportamento linguistico e motorio



Possiamo affermare con certezza che un bambino che non riesce a correre, a saltare, rotolare e muoversi in modo armonioso, di certo sarà un futuro disgrafico.
Il foglio in cui scriviamo rappresenta il nostro spazio vitale, quindi se un bambino ha un buon orientamento spaziale, sarà anche in grado di scrivere e/o disegnare, mantenendo certi parametri corretti.
Al contrario, se il suo orientamento spaziale è compromesso avremo un bambino goffo nei movimenti e, di conseguenza, riporterà la sua goffaggine nel foglio.

Tra Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia c’è una forte correlazione: se un bambino è dislessico di sicuro sarà anche disgrafico e probabilmente anche disortografico. Ma se è disgrafico non necessariamente sarà dislessico o discalculico. Insomma, la dislessia è un disturbo che spesso si manifesta in comorbilità con altri.

 

Che cosa si intende per Disgrafia?

La Disgrafia è uno dei quattro tra i più famosi Disturbi di apprendimento (DSA): Disgrafia, Dislessia, Disortografia e Discalculia. La dislessia evolutiva è un disturbo specifico che riguarda la capacità di leggere in modo corretto e fluente e, di conseguenza, anche la comprensione del testo viene compromessa. Si caratterizza come una mancata o parziale automatizzazione dell’uso dei codici della lettura e come una difficoltà a decodificare i testi scritti. Si evidenzia, nonostante un’istruzione ‘normale’, un’intelligenza adeguata, un’integrità neuro-sensoriale e un ambiente familiare e socio-culturale favorevole.
La disgrafia si manifesta come difficoltà a riprodurre sia segni alfabetici che numerici. Il bambino disgrafico presenta, in assenza di disturbi neurologici, una scrittura deficitaria secondo i criteri di velocità e leggibilità.

 

La disgrafia evolutiva è la difficoltà a scrivere in maniera corretta, dove per “correttezza” intendiamo la forma, la dimensione, il mantenere un ordine spaziale.

Il bambino disgrafico tende a snaturare la forma delle lettere, inizia a scrivere dove capita, non fa girare le lettere in senso antiorario e, quindi, poi si trova a ripassarci sopra più volte, rendendo la scrittura pesante e faticosa. Spesso le lettere sono vergate in tre tempi, ci può essere invasione del rigo superiore o inferiore, la prensione dello strumento scrittorio (penna o matita) di solito è errata e anche questo contribuisce a far stancare ed indolenzire la mano.

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